Discopatie, protrusioni, ernie: cosa sono e quali sono i fattori di rischio

di Dott. Umberto Di Cesare · 19 Febbraio 2021

Facciamo chiarezza con la Back School programma Toso.

Tanti di noi hanno sentito nominare o letto almeno una volta una di queste parole, magari proprio su un nostro referto di un esame diagnostico; ma sappiamo davvero cosa sono? Vediamo insieme le differenze, perché sono così diffuse e quali sono i motivi che possono indurci ad una di queste condizioni anatomiche.

Queste tre situazioni riguardano la nostra colonna vertebrale, più precisamente il disco intervertebrale: struttura elastica che si trova tra un corpo vertebrale e l’altro che funge da ammortizzatore, capace di assorbire gli urti e le pressioni che il rachide subisce permettendo inoltre i nostri movimenti. (vedi immagine)

In ordine di gravità crescente troviamo

  • la discopatia. Quando leggiamo questo termine vuol dire che è presente una degenerazione del disco intervertebrale con conseguente riduzione dello spazio tra una vertebra e l’altra;
  • la protrusione. Sporgenza, prominenza del materiale discale che resta contenuto da un anello fibroso intatto.
  • l’ernia. Espulsione del materiale discale, non più contenuto dall’anello fibroso.

Anche l’ernia, che come dicevamo sarà la condizione patologica più grave, potrà essere di vario tipo e con gravità differenti: ad esempio possiamo trovare un’ernia contenuta, un’ernia espulsa, un’ernia migrata, un’ernia intraforaminale ecc.

È pensiero comune che in presenza di mal di schiena e in presenza di una discopatia, protrusione o ernia, che sia stata confermata da un esame diagnostico (RM), esse siano il motivo unico del nostro dolore! Spesso si ricorre subito all’uso di farmaci sia orali che per via sistemica, ma il risultato nella maggior parte dei casi non è soddisfacente, cioè il dolore non scompare completamente o si ripresenta successivamente. Così dopo numerosi tentativi, quasi ci rassegniamo a tale condizione, subendo il dolore.

Sappiamo però, grazie a numerosi studi scientifici, che circa l’80% degli episodi di mal di schiena sono causate da numerosi fattori di rischio:

  • cattivo utilizzo della colonna vertebrale durante le attività di vita quotidiana
  • scorretti stili di vita
  • scarsa attività fisica
  • scorretta alimentazione/sovrappeso-obesità
  • fumo
  • abuso di caffè
  • ansia/tensione/stress emotivo

Solo il restante 20% è ricollegabile a patologie vertebrali vere e proprie (ernie, protrusioni, discopatie, fratture ecc). A rinforzare questo concetto c’è un altro studio scientifico che ha dimostrato l’esistenza di ernie asintomatiche. Cosa vuol dire? Vuol dire che alcuni soggetti hanno scoperto di avere ernie discali solo perché hanno eseguito un controllo diagnostico, ma senza aver avuto episodi gravi di mal di schiena.

Se ci troviamo però per nostra sfortuna proprio in quel 20% cosa fare allora? Iniziare cambiando le proprie posture giornaliere sia durante il lavoro che durante le attività di riposo e svago, è il primo cardine che possiamo impiegare fin da subito, indipendentemente dalla condizione di gravità in cui ci troviamo. Scongiurata poi, tramite valutazione ortopedica e/o neurochirurgica, l’indicazione di intervento (al giorno d’oggi sempre meno indicati in quanto la terapia conservativa risulta essere più efficace), si può passare ad intervenire in maniera attiva sulla nostra biomeccanica della colonna per ristabilire gli equilibri miofasciali che risulteranno alterati.

Affidati alla Back School programma Toso per ritrovare consapevolezza dei movimenti corretti e alleviare i tuoi dolori. Prevenire è meglio che curare!

Dott. Umberto Di Cesare

Contatta l'Autore

Dott. Umberto Di Cesare

Dott. Umberto Di Cesare
Contatta l'autore