Personalmente, credo fermamente nella modernità del “pensiero socratico” e nella sua applicazione nel colloquio che si debba impostare con il paziente.
Socrate, filosofo greco nato intorno al 470 a.C., mise al centro della sua ricerca filosofica l’Uomo ed il mondo umano ed amava ripetere uno dei più noti motti dell’Oracolo di Delfi: “Conosci te stesso”;
Per raggiungere la conoscenza della verità bisogna ammettere la propria ignoranza, amava ripetere, quindi attraverso il dialogo ed il confronto verbale su una problematica si giungeva alla “verità”.
Studiando l’arte del dialogo e della maieutica socratica (letteralmente arte ostetrica) per fare partorire durante il colloquio medico le problematiche, trovo entusiasmante e produttivo seguire questo indirizzo filosofico nel quotidiano.
Oggi è molto improbabile trovarsi difronte ad un paziente che “sa di non sapere” perché la diffusione delle informazioni mediche sono a portata di un “clic” sul telefonino e quindi sono tutti convinti di aver raggiunto la verità.
Il medico ha il Dovere, quindi, di riiniziare un percorso anamnestico e di trarre il più possibile informazioni sullo stato di salute del paziente.
Le sindromi ostruttive cervico-uretrali, spesso sono riferite dai pazienti come una “normalità” legata all’età o perché ormai si urina male e lentamente da molto tempo e quindi non si dà peso al problema.
Chiaramente l’ingrandimento “fisiologico” della ghiandola prostatica può dare disturbi sia ostruttivi (flusso lento ad a singhiozzo) che irritativi (aumento della frequenza delle minzioni durante il giorno e la notte) così come una stenosi dell’uretra o un calcolo intra uretrale o altre patologie della vescica possono ostruire il flusso ma il tutto deve essere obiettivato e documentato anche quando il paziente dice di urinare bene.
Anche nella donna ci può essere una problematica di svuotamento vescicale (pur non avendo la prostata) da correlare a cistocele o altre patologie.
Un esame strumentale semplicissimo da eseguire, non invasivo e che dà una concreta risposta è l’uroflussometria, eseguibile ambulatorialmente.
La misurazione del flusso di urina è una parte essenziale della pratica urologica.
La velocità di flusso viene definita come il volume di urina espulsa dalla vescica per secondo (ml/sec), quindi per distinguere tra minzione normale ed anormale, dimostrando oggettivamente, con i parametri che l’apparecchio elettromedicale elabora, come realmente si svuota la vescica del/la paziente.
L’esame è semplice da eseguire:
il /la paziente dovrà semplicemente urinare in un recipiente.
L’esame è preceduto , per completamento diagnostico da una ecografia dell’addome inferiore pre e post minzionale per valutare in dettaglio la vescica, la prostata ed il residuo di urina dopo avere espletato al uroflussometria.
In relazione alla valutazione del risultato ottenuto si potrà impostare una corretta terapia.
Un esame semplice che “ partorisce “ una diagnosi.
Dott. Giovanni Lombardi