Quando pensiamo all’olivicoltura immagiamo distese verdi di uliveti, curati da mani prodigiose di uomini e donne, capaci di trasmettere da una generazione all’altra, le sapienti tecniche di raccolta e molitura delle olive, di cui i nostri territori sono generosi custodi da migliaia di anni.
Pochi conoscono le raffinate tecniche di coltura che sono state negli ultimi decenni sviluppate e migliorate per ottenere oli extravergini di elevata qualità, ricchissimi di polifenoli, vitamina E ed altri preziosi elementi che contribuiscono a rendere la dieta mediterranea un potente fattore di prevenzione e promozione della salute nel mondo.
Di tutto ciò è consapevole la LILT, che dal componente chiave della dieta mediterranea – l’olio EVO – ha estratto il “simbolo” LILT che accompagna la settimana nazionale della prevenzione volta a diffondere stili di vita sani attraverso l’educazione alla corretta alimentazione e all’attività fisica.
Per la medicina ufficiale l’Olio Extra vergine di oliva è un vero e proprio alimento nutraceutico in grado di apportare misurabili effetti di miglioramento della salute per le patologie cardiovascolari e degenerative, tra le quali i tumori.
Ancora meno sono coloro che conoscono le possibili e trasversali declinazioni dell’olivicoltura nel campo dell’enogastronomia, della ristorazione, del turismo, e dell’agricoltura sociale e della psicologia di comunità.
Chi scrive è consapevole che l’essere umano sia un sistema complesso e in quanto tale, il suo stato di salute è il risultato dell’interazione tra le componenti biologiche, psicologiche e sociali della sua esistenza.
Chi scrive aderisce alla concezione junghiana del processo di individuazione che amava spesso ribadire che l’individuazione, ossia il processo di sviluppo della personalità nell’essere umano, non esclude il mondo. L’intervento specialistico quindi, sia esso un trattamento psicoterapeutico, un percorso di analisi, un intervento riabilitativo, solitamente sviluppati in contesti caratterizzati da rigorose delimitazioni spaziali e temporali, deve necessariamente implicare, precedere, accompagnare, declinarsi come tappa di un processo che non deve escludere il mondo.
Mai come in questo periodo storico siamo stati tanto consapevoli di quanto l’isolamento, le restrizioni sociali e il distanziamento possano pregiudicare il nostro stato di salute sia fisica sia mentale.
Sono questi i termini che con il Covid abbiamo appreso ad utilizzare, probabilmente con una maggiore consapevolezza, nella nostra vita quotidiana, riferendoci ai bambini, agli adolescenti, agli anziani confinati nelle loro case, isolati dai contesti sociali ove erano soliti praticare sport, didattica in presenza, attività sociali di varia natura.
Eppure, la presa in carico socio-assistenziale di persone con disabilità, che da sempre asserisce di voler prevenire e ridurre l’isolamento e l’esclusione sociale, si traduce a un primo livello in accoglienza, ascolto e vicinanza, certamente, ma declinandosi di fatto, ad un livello più profondo, in un paradossale confinamento della persona disabile in centri diurni che non sono nient’altro che delle “scatole vuote” che, contenendo il disagio, di fatto distanziano ed isolano dal resto della comunità.
Si fa ancora tanta resistenza a considerare che queste particolari condizioni di cui oggi riconosciamo l’impatto traumatico sull’esistenza di molti a causa del Covid, di fatto sono “la normalità” per le persone con disabilità, anche tra quelle che diciamo di assistere. Spesso, infatti, tendiamo, perlopiù inconsapevolmente, a costringerle dentro “confinamenti assistenziali”, anche investendo milioni di euro, attraverso interventi sociali che sembrano conoscere esclusivamente il linguaggio perverso dell’assistenzialismo. Chi scrive lo definisce “perverso” poiché tutto sembra consumarsi su un doppio registro dove la condizione di dipendenza di alcuni, tenuta ed alimentata, amplifica il godimento di altri, direttamente legato alla condizione di potere e di controllo sull’utente che viene “assistito”.
Kairos intende entrare in questi contesti “cronicamente” alimentati dal fare assistenzialista, indicando come, attraverso interventi innovativi sul territorio molisano e nazionale, il welfare possa declinarsi efficacemente in “tentativi” di recupero e promozione di livelli più elevati di autosufficienza, in soggetti interessati da condizioni invalidanti e croniche, attraverso azioni capaci di favorire l’empowerment individuale (ossia il potenziamento della capacità individuali residuali o potenziali del prendersi cura di se stessi) nell’utente diretto beneficiario e nei suoi caregivers.
Tra i diversi laboratori già attivati, attraverso la gestione di Kairos del CSE di San Martino in Pensili, l’èquipe di servizio, composta da una psicologa, un’educatrice, un’OSS e 4 esperti per attività motoria, di teatro, d’arte e musica, ha in programma, appena le condizioni sanitarie lo consentiranno, di attivare nuove attività extra-laboratoriali all’aperto, volte a contrastare la povertà educativa che si è abbattuta dal 2020 sui nostri giovani, impattando negativamente soprattutto sulle categorie più fragili, tra cui gite ed escursioni presso fattorie didattiche, centri ippici, uliveti, vigneti, aziende agricole, con la finalità di promuovere la conoscenza del territorio e lo sviluppo di competenze diversificate nei vari ambiti sociali e lavorativi espressi dalle nostre comunità.
Intanto, però, è stato avviato da remoto il primo Laboratorio migliorativo di Olivicoltura e promozione del Turismo dell’Olio, denominato “Olio in cattedra”, che seguendo l’alveo del noto progetto ASPEm della cooperativa sociale molisana e i programmi di promozione della cultura dell’olio che l’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio ha diffuso nelle scuole italiane, apporta alle attività assistenziali del CSE un importante contributo in termini di promozione del benessere: si tratta di una proposta innovativa che Kairos ha rivolto per la prima volta in Molise all’Ambito Territoriale Sociale di Larino, sulla base di uno studio preliminare del profilo di comunità del Comune di San Martino in Pensilis che ha permesso di constatare la specifica e florida tradizione olivicola del paese basso molisano.
“Olio in cattedra “del CSE di San Martino in Pensilis si rivela come la prima sperimentazione regionale di un programma di attività volto alla promozione di conoscenze e competenze finalizzate ad un progetto di inserimento sociale e lavorativo attraverso attività ispirate all’agricoltura sociale, di cui Kairos rappresenta sul territorio regionale e nazionale una delle più promettenti realtà cooperative.
Il Laboratorio prevede nello specifico attività formative ed esperienziali che sono state già avviate nel mese di febbraio e che proseguiranno durante tutto il periodo del lockdown in modalità on line, nella speranza che le condizioni sanitarie possano, nella prossima primavera, assicurare anche le esperienze sul campo, negli uliveti recuperati dalla cooperativa sociale nell’ambito del progetto ASPEm.
“Olio in cattedra” prevede due laboratori teorico-esperienziali della durata di due ore che affronteranno i temi dell’’olivicoltura e del turismo dell’olio con un’esperienza di assaggio guidato dell’Olio extravergine di oliva che fornirà agli utenti le conoscenze utili alla valorizzazione e individuazione delle maggiori caratteristiche nutraceutiche dell’olio EVO.
L’èquipe Kairos riporta un generale entusiasmo tra i ragazzi e le ragazze del CSE di San Martino in Pensilis già per queste prime attività che sono soltanto preliminari ad un coinvolgimento diretto degli utenti nella produzione di un cortometraggio dedicato all’olivicoltura, e ad altre attività formative con escursioni in uliveti nel periodo aprile-maggio che prevedono attività di musicoterapia, pittura, poesia, mindfulness e fotografia nel paesaggio rurale sanmartinese e basso molisano, che com’è noto è caratterizzato dalla presenza di uliveti centenari e millenari che ospitano “patriarchi” (olivi antichissimi cosiddetti perché superano l’età dei cento anni) di rara bellezza, capaci di ispirare momenti di creatività e condizioni che rilassano la mente e il corpo promuovendo una integrazione mente-corpo e il benessere psico-fisico dell’utente.
Obiettivo della Kairos è infatti quello di promuovere veri e propri progetti di inserimento socio-lavorativo e di autonomia e vita indipendente, anche guardando alle sperimentazioni promosse dalla cooperativa sociale sul territorio di agricoltura sociale e turismo dell’olio: gli utenti del CSE interessati, infatti, saranno selezionati sulla base della motivazione individuale e delle capacità specifiche e potranno essere avviati ad una vera e propria attività di inserimento al lavoro mediante l’acquisizione di conoscenze specifiche per la produzione dell’olio EVO e per le sue possibili declinazioni nell’ambito del turismo dell’Olio.
Il Laboratorio “Olio in Cattedra” si declina di fatto in un vero e proprio percorso formativo che potrà permettere agli utenti del CSE di acquisire il Know How per produrre, a partire dalla prossima campagna olearia, olio Evo di qualità, imbottigliarlo e commercializzarlo in collaborazione con la cooperativa sociale Kairos che prosegue le sue attività di recupero di uliveti abbandonati sul territorio, ultimamente anche in accordo con Cittadinanzattiva Molise APS.
Equipe Kairos