Riposo a letto e mal di schiena: sfatiamo alcuni miti con la Back School metodo Toso

di Dott. Umberto Di Cesare · 27 Dicembre 2020

Fino ad alcuni anni fa la soluzione più frequentemente consigliata in presenza di mal di schiena in fase acuta era il riposo a letto accompagnato da farmaci antidolorifici ed antinfiammatori. Questo era il risultato di vecchi studi che consideravano il riposo a letto la migliore soluzione per accelerare la guarigione dei dischi vertebrali che erano sofferenti sotto carico corporeo. I primi esercizi dell’epoca consigliavano anche di riposarsi nella così detta “posizione psoas” (distesi a terra con gambe sulla sedia), in modo da gravare il meno possibile con il peso corporeo sulla colonna vertebrale e le sue strutture.

Sappiamo grazie a numerosi studi scientifici, che circa l’80% degli episodi di algie vertebrali sono causate da un cattivo utilizzo della colonna vertebrale durante le attività di vita quotidiana, mentre solo il restante 20% è ricollegabile a patologie vertebrali vere e proprie (ernie, protrusioni, fratture ecc). Quindi possiamo dedurre che posture sbagliate e scorretti movimenti di base sono i maggiori responsabili dei più classici mal di schiena e male al collo. Ancora tutt’oggi molti di noi in presenza di questi dolori non adoperano i numerosissimi accorgimenti di ergonomia giornaliera che possono ridurre e prevenire l’insorgenza degli stessi, ma convinti di fare del bene scelgono apparentemente la via più breve ma soprattutto la più comoda: il riposo a letto.

Tantissimi sono gli esempi di comportamenti errati che riportate alla mia attenzione e che probabilmente molti di voi usano costantemente:

“Dopo una giornata lavorativa intensa accumulo tensioni e dolori, così al rientro a casa mi siedo sul divano per almeno 30 minuti e mi rilasso. Quando mi alzo però ho più dolori di prima!”

“Quando rimango bloccato con la schiena vado a mettermi a letto fino a quando non mi sento meglio, anche se per alzarmi e rimettermi in piedi è dolorosissimo e molto faticoso!”

“Oggi non faccio nulla! Non esco e non cammino perché mi sono bloccato.”

Fortunatamente le ricerche negli anni sono andate avanti e orai quasi più nessuno consiglia il riposo a letto o lo limita ad un brevissimo periodo solo in fase acuta ed in casi eccezionali.

Vediamo quali sono gli effetti dannosi del riposo a letto prolungato soprattutto quando non richiesto:

  • Sofferenza e insorgenza di dolore per i dischi vertebrali che con il riposo prolungato e la mancanza di movimento perdono la capacità di reidratarsi e nutrirsi al meglio.
  • Le ossa diventano fragili e si riduce la densità ossea agevolando l’osteoporosi.
  • Sofferenza della cartilagine articolare dovuta alla mancanza di movimento e minor passaggio di liquido sinoviale che lubrifica le nostre articolazioni.
  • Riduzione del trofismo ed elasticità muscolare con debolezza anche nei movimenti quotidiani.
  • Riduzione della coordinazione, della capacità di equilibrio e della forza.
  • Aumenta la sensibilità al dolore per scarsa produzione di endorfine.

È evidente che quindi l’inattività fisica e il riposo prolungato siano dannosi anche in fase acuta, poiché oltre a non recare sollievo possono portare alla disabilità con rischio di cronicità dei dolori.

Il dolore che sentiamo ha una funzione protettiva, è nostro amico, serve ad impedirci che eseguiamo movimenti che potrebbero danneggiare ulteriormente le strutture della colonna vertebrale.

Non aver paura di muoverti, sfrutta l’occasione per muoverti meglio ed usare posture che diano beneficio alla tua colonna.

Non sai quali sono i movimenti corretti? La Back School metodo Toso ci viene in aiuto.

Ti aspettiamo in Via Inghilterra 45-47, Termoli.

Dott. Umberto Di Cesare

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