Sono allergico, posso fare il vaccino anti Covid?

di Dott.ssa Maria Laura De Cristofaro · 18 Febbraio 2021

In questi giorni, è questa la domanda più frequente che mi sento rivolgere dai miei pazienti, preoccupati per le potenziali reazioni provocate dal vaccino COMIRNATY (così è denominato) prodotto dalla Pfizer- Biontech. Si tratta di un vaccino contenente frammenti di RNA messaggero sintetico che introduce nelle cellule le informazioni per produrre gli anticorpi necessari per neutralizzare la proteina principale del virus (proteina spike), in modo da rendere il virus incapace di replicarsi nelle cellule del soggetto colpito. Del tutto simile è il vaccino prodotto dall’ azienda farmaceutica Moderna.
Questo RNA messaggero non è allergizzante, perché non è altro che un filamento di materiale genetico. Non vi sono tracce di uovo, né di gelatina , né di neomicina, né di timerosal o altri eccipienti già noti ed utilizzati in vaccini già in uso. L’unica sostanza in esso presente, dal potere allergizzante, è il polietilenglicole (PEG), un additivo molto comune in farmaci, spesso indicato come macrogol, in cosmetici, dentifrici ed altro. Difficilmente però può causare reazioni allergiche.
La campagna vaccinale in atto sta confermando la scarsa allergenicità del PEG, poiché le reazioni allergiche gravi osservate (shock) sono rarissime, mentre si possono dire rare quelle più lievi (orticaria, edemi, arrossamenti). Generalmente, le reazioni allergiche compaiono entro i primi 15-30 minuti, ma il team vaccinatore, in cui c’è sempre un medico, tiene sempre in osservazione il paziente per poter intervenire immediatamente e con efficacia per risolvere ogni tipo di reazione allergica.

Le persone allergiche ai pollini, agli acari, agli alimenti oppure al nichel o altre sostanze da contatto non devono temere nulla, perché questo tipo di allergia non crea alcun problema.
Coloro che risultano allergici ai farmaci, agli alimenti e agli insetti in modo grave potrebbero aver bisogno di una consulenza allergologica prima del vaccino e, in base al risultato, essere avviati ad un protocollo vaccinale maggiormente controllato (ad esempio, un periodo di osservazione più lungo) .
Gli allergici al lattice possono stare tranquilli perché il tappo dei flaconi multidose è in gomma sintetica. Difficilmente una reazione allergica si verifica dopo la prima dose. Se ciò dovesse accadere, sarà sempre il medico vaccinatore, unitamente all’allergologo, a decidere se eseguire anche la seconda dose.

Le reazioni post vaccinali più frequenti sono di natura non allergica: dolenzia nel punto di inoculo, rossore, gonfiore. Talvolta compare indolenzimento di tutto il braccio, cefalea, febbricola, dolori addominali, brividi, nausea. Si tratta di sintomi transitori, della durata di 24-36 ore al massimo, di cui non bisogna aver paura perché ci fanno capire che il sistema immunitario sta sviluppando una risposta anticorpale. A fronte dell’enorme beneficio che il vaccino ci può offrire, impedendoci di contrarre la SARS-COV-2 oppure di contrarla in modo grave, si possono tranquillamente sopportare gli eventuali effetti collaterali.

Infine, agli allergici in terapia con vaccini antiallergici, come ad esempio quello per gli acari della polvere e alle persone in terapia con farmaci biologici, si consiglia di eseguire la vaccinazione anti-covid almeno a distanza di tre giorni rispetto a queste terapie.

Tornando alla domanda iniziale, a questo punto la mia risposta è senza dubbio sì, vaccinarsi si può e si deve, nella quasi totalità dei casi.

Dott.ssa Maria Laura De Cristofaro

Resp. del servizio Allergologia – Ospedale San Timoteo

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